LUGANO – Navi da guerra, motoscafi, velieri, ed ogni sorta di mezzo in grado di cavalcare le onde. A guardarli in foto non diresti mai che sono dei “semplici” modellini. E d’altra parte dietro a quelle riproduzioni in scala c’è un vero e proprio mondo, quello del Git Stemmagit, “Gruppo Idromodellistico Ticinese” attivo in tutto il Ticino da oltre 30 anni. Il gruppo, della sua passione ne ha voluto fare una missione, quella di promuovere l’idromodellismo, in particolare tra i giovani ed i giovanissimi, come attività del tempo libero intelligente e formativa. E per tutte le tasche, come ci spiega Giuseppe Noli, membro attivo del gruppo.
Cosa serve per iniziare?
«Le diverse tecniche che bisogna padroneggiare per cominciare a guidare, e magari, costruire con profitto uno scafo da competizione o da riproduzione, sono poche ma essenziali. Chiedere non costa nulla e fa risparmiare tempo e denaro, regalando anche qualche soddisfazione in più. Chi si vuole avvicinare al modellismo navale deve trovare un modello con cui cimentarsi per i primi tempi. Nel GIT vi sono vari modelli che possono essere messi a disposizione volentieri dai soci e così capire quale disciplina meglio si adatta alla propria indole».
In che senso?
«La realizzazione di un modello da velocità veramente competitivo, implica un attento studio del comportamento dello scafo, una buona conoscenza dei componenti (regolatori, batterie, eliche) che si acquisisce con l’esperienza e con lo studio. Lo stesso discorso vale anche per le barche a vela da competizione dove il tipo di vela, o una leggera differenza di regolazione del sartiame, possono portare a risultati sorprendenti. Anche per chi vuole cimentarsi con modelli da “riproduzione” le materie da imparare non mancano. Per comandare tutto via radio, riprodurre fedelmente dei particolari o creare particolari “animazioni”, sono necessarie buone nozioni di elettronica, elettromeccanica, meccanica e falegnameria oltre ad una buona manualità».
Quanto costa in termini di tempo e di denaro questa passione per il modellismo?
«Non è possibile quantificare in modo generico il tempo ed il costo necessario per la realizzazione di un modello. Dipende proprio dal tipo di modellino che si intende realizzare. Per alcuni ci possono volere pochi giorni, per altri vari anni, addirittura ci sono alcuni modelli che non vengono mai finiti. Man mano che li si usa, o si viene a conoscenza di nuovi particolari, vengono aggiornati, come di fatto succede con le navi vere. Alcuni possono costare meno di 100 franchi, altri svariate migliaia. Non è però necessario spendere molto tempo e denaro per avere un modello soddisfacente, ci si può divertire anche con poco».
Qual è la cosa più strana che ha fatto per questa passione?
«Magari qualcuno può considerare “strano” lavorare fino alle due di notte per preparare un modello per il giorno successivo, oppure fare 600 chilometri per andare ad una manifestazione».
Quanti pezzi ha (circa) il modellino più complesso che avete realizzato? Di cosa si tratta e quanto ci avete messo a realizzarlo?
«Non essendo scatole di montaggio in plastica il numero dei pezzi è del tutto marginale: nessuno lo considera come un parametro per definire la qualità o la categoria di un modello. Attualmente possono essere considerati modelli complessi il peschereccio scozzese “Mary Grace”, o il modello di idrovolante Pilatus; complessi in quanto costruiti interamente partendo da disegni e realizzati costruendo quasi tutti i pezzi. A rendere complesso un modello sono quei particolari, o quelle funzioni che lo rendono realistico. Per raggiungere questi risultati spesso bisogna dedicare tempo a cercare, foto, disegni e, quando possibile, andare a vedere dal vero l’originale, oppure contattare qualche “persona del mestiere”. Complesse possono essere le reti del peschereccio: si possono realizzare con dei “semplici sacchetti di rete” o come nel nostro caso, grazie all’aiuto tecnico e materiale del Comandante di un Peschereccio Sardo, diventare la replica di una vera rete da pesca a strascico».
Voi realizzate modelli con degli scarti, cosa vuol dire?
«Per la costruzione di un modello non è sempre necessario acquistare tutto il materiale. Visto che la quasi totalità dei componenti è di piccole dimensioni, molto spesso sono sufficienti gli “scarti” di altre attività: ritagli di legname reperibili da falegnami o rivenditori del campo, residui di lavorazione di fabbri, lattonieri ed idraulici. Un’ottima “miniera” sono anche i piccoli elettrodomestici, macchine fotografiche, vecchi PC, stampanti, videoregistratori, mobili da cui recuperare legname, lattine, scatolette, imballaggi ecc. Da una fotocamera si possono recuperare piccoli motori, micro interruttori e led: da un asciugacapelli il motore ed il filo della resistenza (nikel cromo); da una stampante ruote dentate, assi di acciaio inox, led, cinghie, interruttori e quanto altro la fantasia ci suggerisce. Qualche esempio: delle perfette riproduzioni di scalini in lamiera di acciaio grecato si ottengono con dei pezzetti di cinghia da imballo; una scatoletta da sardine può diventare una “pop pop boat”».
È una passione per tutti?
«Sicuramente sì. Non c’è un limite di età; si può cominciare sin da piccoli e poi continuare fino che si può: alcuni nostri efficienti soci hanno superato gli 80 anni. E’ adatta anche a persone con difficoltà motorie, alle manifestazioni c’è sempre qualcuno disposto a dare una mano».
Oltre al modellismo di cosa si occupa il vostro gruppo?
«Solo di modellismo navale dinamico, compresi, per affinità, gli idrovolanti. Organizziamo delle giornate in cui tutti possano divertirsi al meglio con gare del nostro campionato F1, spazio per le riproduzioni, e regate veliche. Il programma della giornata varia in base al luogo o alla concomitanza di altre eventi. Inoltre partecipiamo ad eventi organizzati da altri Club».
Organizzate eventi aperti al pubblico?
«I nostri eventi sono sempre aperti al pubblico, che speriamo sia sempre presente. Sul nostro sito www.git-ticino.ch è pubblicato il calendario sempre aggiornato. Il primo evento di quest’anno sarà domenica 26 marzo al laghetto di Astano».
Articolo di D.M.